Ero a Viserbella in Romagna dove i miei genitori decisero di passare qualche giorno di vacanza in un albergo sul mare, ricordo con nitidezza la mia culla sotto la finestra,dalla quale filtrava un sole molto forte , la mia difficoltà a respirare e un cameriere che in spiaggia serviva le bibite ai clienti seduti ai tavolini sotto gli ombrelloni.
Questa circostanza mi è stata confermata nei dettagli dai miei genitori, che alla prima occasione del racconto rimasero allibiti, anzi a mia mamma venne proprio la pelle d’oca. Un pò come a me, Vito e Lele quando trovandoci a casa sua lei indovinò ( ma forse è riduttivo perché lei era una vera sensitiva) l'interlocutore, dopo uno squillo telefonico prima di alzare la cornetta e rispondere.
Era suo cugino Tonino che la chiamava da Napoli , che non sentiva da oltre due anni.
Devo aver ereditato qualcosa dalla mamma, perché anche a me ogni tanto capitano questi episodi, ma il primo ricordo della mia memoria quando avevo solo un anno di vita, fece veramente scalpore.
Dicono che il primo ricordo che si memorizza, è sempre riferito ad un fatto traumatico e credo che nel mio caso sia andata proprio così.
Torniamo al 1959.
Papà e mamma decisero per la mia salute, anche consigliati dal medico che era meglio che almeno per un breve periodo fossi portato in una località climatica, preferibilmemte al mare in una colonia (questo "breve periodo’" durò poi 7 lunghi ,interi anni, 2 di asilo e 5 di scuola elementare).
Si optò per la Liguria ed esattamente a Bordighera dove in una piccola colonia c’era la figlia di un amica di mia mamma.
Vi dispenso dalla tragedia della comunicazione a me, del mio convincimento e del momento in cui i miei genitori mi lasciarono in colonia.
Partimmo in treno, viaggio che all’epoca durò quasi 5 ore ed arrivammo a Bordighera intorno a mezzogiorno.
La colonia era una villetta gestita da suore laiche che ospitava al massimo una trentina di bambini con grandi camere con letti matrimoniali in cui dormivano circa 6 bambini su ogni letto.
Al momento della partenza dei miei, le ex suore fecero notare che nel corredino richiesto mancava un cappellino blù con la visiera, che avevano tutti i bambini della colonia per andare in spiaggia, quello con i lacci che si stringono sotto il mento, ma che potevano spedirlmelo, oppure me lo avrebbero comprato loro, addebitandocelo.Quando rimasi solo assistei a scene allucinanti, bambini sottoposti a iniezioni spero terapeutiche, sgridate ,sberloni sulle cosce e minacce per chi non voleva mangiare.
Intorno alle 18, i miei genitori che non erano partiti, ma si erano fermati a Bordighera, tornarono in colonia per consegnare il cappellino che avevano acquistato in città.
Il cancelletto era aperto e arrivarono alle finestre della colonia per vedere se fossi all’entrata perché volevano solo osservarmi , evitando però che li vedessi per non creare di nuovo una situazione imbarazzante e penosa di pianti urla e implorazioni.
Io invece ero proprio vicino alla finestra nell’esatto momento in cui una ex suora mi mollava un sonoro schiaffone sulla guancia,facendomi barcollare.
I miei videro in diretta la scena, papà entro come un caterpillar colpendo con un cazzotto in faccia la ex suora che cadde a terra con il naso sanguinante.
Chiese immediatamente di riconsegnare tutti i miei effetti personali e le minacciò di denunciare i fatti alle Autorità, che avrebbero fatto chiudere la colonia.
Gli riconsegnarono subito tutto e tornai a Milano con una libertà riconquistata (purtroppo per poco …).
L’amica di mia mamma fu avvertita su quello che era successo e il giorno dopo andò a riprendersi la figlia insieme ad altre quattro sue conoscenti, che fecero la stessa cosa con i loro figli.
Ma il problema delle mie crisi d'asma permaneva, e papà alla mattina prestissimo prima di andare nel suo negozio di fruttivendolo, mi portava sempre a fare una passeggiata in via Ferrante Aporti vicino alla Ferrovia a cavalcioni sulle sue spalle,per farmi respirare aria pià pura.La mamma mi faceva accompagnare dalla Sig.ra Nina S. da una guaritrice che mi spalmava sul petto un olio profumato al mentolo, facendo il segno della croce,davanti ad immagini Sacre e lumini accesi, ma erano solo rimedi estemporanei.
Dopo una quindicina di giorni quindi tornò di moda la possibilità di un mio ricovero in una Colonia al mare.
Papà si informò andando negli uffici del Comune di Milano in Via Benedetto Marcello dove gli proposero le “ Colonie Permanenti per le cure marine dell’infanzia“ in Via Oberdan 25 a PIETRALIGURE.
Portò a casa un depliant a colori della Colonia e riprese l'attività del mio convincimento, illustrandomi tutte le belle cose che vi avrei trovato, ricordo bene la foto di una giornata di sole dove su una panchina sotto una palma giocavano dei bambini felici.
Mi arresi, e come nel film SLIDING DOORS si aprì una porta diversa nella mia vita.
Dopo una quindicina di giorni quindi tornò di moda la possibilità di un mio ricovero in una Colonia al mare.
Papà si informò andando negli uffici del Comune di Milano in Via Benedetto Marcello dove gli proposero le “ Colonie Permanenti per le cure marine dell’infanzia“ in Via Oberdan 25 a PIETRALIGURE.
Portò a casa un depliant a colori della Colonia e riprese l'attività del mio convincimento, illustrandomi tutte le belle cose che vi avrei trovato, ricordo bene la foto di una giornata di sole dove su una panchina sotto una palma giocavano dei bambini felici.
Mi arresi, e come nel film SLIDING DOORS si aprì una porta diversa nella mia vita.
Senza il "cappellino con la visiera " non sarei mai andato a Pietraligure, quindi non avrei sposato Rita, e non sarebbero nati i miei figli Daniel e Gabriel, non avrei mai visto le loro numerose fidanzate e i loro genitori oggi miei amici.
Non avrei mai conosciuto i fratelli di Rita, perciò Lorenza non sarebbe mai venuta a Milano, non avrebbe incontrato Alessandro e non sarebbe mai nata la mia nipotina Alice.
Non avrei trovato il mio amico Enzo e quindi probabilmente non avrei mai fatto il subacqueo, non avrei incontrato Livio e Massimo e quindi non sarei andato alla UIL, non avrei mai incrociato Andrea , amico di un cugino di Rita, oggi mio grande compagno d'immersioni e di calcio e non avrei vissuto tante altre bellissime storie che mi sono capitate nella vita.
Nessun commento:
Posta un commento