Dopo le medie dovevo decidere cosa fare da grande e quindi scegliere una scuola di indirizzo.
Mi è sempre piaciuto disegnare e con la matita devo dire che me la sono sempre cavata e visto che avevo nel DNA questa prerogativa scelsi,influenzato da mio cugino Michelino che già lo faceva di lavoro, di fare il disegnatore meccanico progettista.
Anni bellissimi quelli delle Superiori periodo post “68”, alla Grazia Deledda in Loreto, con ancora grandi attività del Movimento Studentesco, con occupazioni della scuola,scioperi a oltranza,e con il nostro leader Mario Capanna a trascinarci nei cortei quasi quotidiani per Milano,con cariche della Polizia, fumogeni e negli anni a seguire purtroppo con qualche morto.
Addirittura nel secondo anno il 1970 i giorni di assenza ,scioperi e bigiate superavano per tutta la scuola quelli di frequenza, ma decisero comunque, anche perché sarebbe successo il finimondo, di valutarci per quello che avevamo fatto nell’anno scolastico e fui meritatamente promosso.
Da ricordare del periodo delle occupazioni due cose, la prima quando il nostro leader politico della classe Mauro Davide in un clima di grande incazzatura per usare un eufemismo, si presentò al palco dell'aula Magna dove eravano riuniti tutti gli studentip er fare un intervento,noi eravamo orgogliosi di essere rappresentati da lui anche perchè aveva un eloquio affabulante.
Tutto procedeva bene anche con grandi applausi a scena aperta,solo che nel finale disse "però non dobbiamo prendercela con tutti indistintamente perchè il nostro Preside in fondo è una brava persona " .
Apriti o cielo,si levarono salve di insulti,fischi e lanci di ogni genere di cosa al suo indirizzo.
Fu scortato da noi fino all'uscita e per qualche giorno non rimise più piedi a scuola.
La seconda avvenne dopo un occupazione che durava ormai da quasi 10 giorni, a turno dormivamo a scuola con i sacchi a pelo un pò dappertutto,c'era una grande cesta in cui riponevamo le provviste per chi non andava a casa e c'era un servizio d'ordine per non fare entrare estranei nell'Istituto.
Nel pomeriggio fummo avvertiti che il Preside aveva richiesto l'intervento della Forza Pubblica per sgomberare la scuola, allora ci riunimmo in assemblea nell'Aula Magna per decidere sul da farsi.
Il nostro stratega decise di far chiudere tutte le porte sprangandole con mobili e suppellettili varie,anche tutte le uscite di Sicurezza ,lasciando accessibile solo la porta centrale dove c'era il nostro servizio d'ordine di guardia.
Decisione nefasta !!! la Polizia arrivò e in un battibaleno entrò dalla porta principale,senza quasi trovare resistenza e ci raggiunse in Aula Magna dove eravamo in trappola come topi.
Chiesero di uscire ad uno ad uno con i documenti in mano per essere identificati e denunciati per occupazione abusiva.
Ma dopo i primi da dietro abbiamo iniziato a spingere i compagni, riuscendo a sfondare il blocco dei poliziotti e a scappare a casa a gambe levate.
Da ricordare del periodo delle occupazioni due cose, la prima quando il nostro leader politico della classe Mauro Davide in un clima di grande incazzatura per usare un eufemismo, si presentò al palco dell'aula Magna dove eravano riuniti tutti gli studentip er fare un intervento,noi eravamo orgogliosi di essere rappresentati da lui anche perchè aveva un eloquio affabulante.
Tutto procedeva bene anche con grandi applausi a scena aperta,solo che nel finale disse "però non dobbiamo prendercela con tutti indistintamente perchè il nostro Preside in fondo è una brava persona " .
Apriti o cielo,si levarono salve di insulti,fischi e lanci di ogni genere di cosa al suo indirizzo.
Fu scortato da noi fino all'uscita e per qualche giorno non rimise più piedi a scuola.
La seconda avvenne dopo un occupazione che durava ormai da quasi 10 giorni, a turno dormivamo a scuola con i sacchi a pelo un pò dappertutto,c'era una grande cesta in cui riponevamo le provviste per chi non andava a casa e c'era un servizio d'ordine per non fare entrare estranei nell'Istituto.
Nel pomeriggio fummo avvertiti che il Preside aveva richiesto l'intervento della Forza Pubblica per sgomberare la scuola, allora ci riunimmo in assemblea nell'Aula Magna per decidere sul da farsi.
Il nostro stratega decise di far chiudere tutte le porte sprangandole con mobili e suppellettili varie,anche tutte le uscite di Sicurezza ,lasciando accessibile solo la porta centrale dove c'era il nostro servizio d'ordine di guardia.
Decisione nefasta !!! la Polizia arrivò e in un battibaleno entrò dalla porta principale,senza quasi trovare resistenza e ci raggiunse in Aula Magna dove eravamo in trappola come topi.
Chiesero di uscire ad uno ad uno con i documenti in mano per essere identificati e denunciati per occupazione abusiva.
Ma dopo i primi da dietro abbiamo iniziato a spingere i compagni, riuscendo a sfondare il blocco dei poliziotti e a scappare a casa a gambe levate.
Ottenni alla fine il famigerato Diploma, a scuola oltre a disegnare ho imparato a saldare, usare il tornio e la fresatrice e altre cose interessanti, e, passata l’ultima estate di tre mesi di ferie a Pietraligure, iniziai a cercare lavoro.
Feci delle prove presso un officina a Sesto S Giovanni e in un'azienda metalmeccanica in Viale Certosa e meraviglia delle meraviglie tutte e due le aziende volevano assumermi.
Ma il destino volle avendo fatto un annuncio sul giornale, che anche un'altra azienda commerciale la FIM COME mi chiamò per una prova e mi offrì l’assunzione con una retribuzione superiore alle altre di ben 104.000 £ ( lire ).
E il 21 ottobre del 1972 (l’anno prossimo sono 40 anni di lavoro …) iniziai a lavorare, l’azienda vendeva scaffalature da magazzinaggio e noi disegnatori dovevamo disegnare i lay-out nelle planimetrie di centri commerciali, discount, magazzini e grandi negozi, dove venivano collocati gli scaffali, i pallets delle merci con l’utilizzo di carrelli elevatori.
Al primo stipendio cosa che la mamma ricordava sempre, diedi una mancia ai miei fratelli Vito e Lele e il resto a lei.
Tutto filò liscio fino al 1976, quando entrai in rotta di collisione con il Capo del personale che mi provocava tutti i giorni.
Per un po’ ho trattenuto il carattere che ho, poi un lunedì al rientro dal mio week-end subacqueo a Pietraligure mi contestava che avessi tutte le mani gonfie e tagliate facendomi battute offensive.
Non ci ho visto più, l’ho sbattuto violentemente contro il muro, prendendolo per la cravatta a mò di cappio e non volendolo finire davanti a testimoni gli dissi che lo avrei aspettato all’uscita fuori dall’azienda.
Cosa che feci, mi sedetti sul cofano della sua auto e lo aspettai, lui scese con mezzìora di ritardo rispetto alla solita uscita, sperando forse che me ne andassi, mi venne incontro riparandosi dietro il borsello anni 70 per proteggersi da eventuali colpi.
La cosa mi fece quasi ridere e visto che avevo capito che il match era impari lo spinsi nell’abitacolo sbattendogli la portiera, invitandolo semplicemente ad andare a letto dopo Carosello, altrimenti se lo avessi incontrato per strada gli avrei spezzato le gambe … parole testuali.
Mi fecero una lettera di contestazione e mi sospesero per 3 giorni dal lavoro.
Telefonai alla CGIL in Corso di Porta Vittoria e fissai l’appuntamento con un funzionario per la mattina successiva alle ore 9.
Nel pomeriggio ricevetti la telefonata di Massimo un mio amico di Milano con cui dividevamo la passione per le immersioni che mi invitava a cena a casa sua, ero un po’ scazzato e forse preoccupato per quello che mi era successo in azienda e gli dissi che non me la sentivo e che sarei rimasto a casa.
Mi disse “peccato,avevo preparato le salsicce con i fagioli in rosso alla Livornese“ che avevo già mangiato una sera con suoi amici anarchici.
Come potevo rifiutare le salsicce con i fagioli ???
Mi presentai quindi puntuale alla cena, ma verso mezzanotte gli dissi che volevo andare a casa perché il giorno dopo dovevo andare alla CGIL perché ero stato sospeso dalla mia azienda per minacce al capo del personale.
Mi consigliò invece di andare alla UIL perché c’erano due sindacalisti Giovanni e Bruno suoi ex colleghi della Rinascente che erano molto bravi e che gli avevano fatto vincere una causa di licenziamento .
L’anno prima Max che lavorava alla UPIM Loreto fu licenziato perché insieme ad altri colleghi avevano fatto una foto Polaroid alle parti intime di un loro collega che si vantava di essere un playboy e l’avevano fatta vedere a tutte le commesse e le cassiere.
La foto però non fu più ritrovata e loro furono riammessi in servizio con un congruo risarcimento.
Il mercoledì chiamai la UIL e il funzionario grazie all’intervento del Segretario Generale Giovanni mi ricevette subito.
Ricordo che sorrise alla lettura della lettera di contestazione, prese carta e carta carbone e inforcata la sua macchina da scrivere la mitica Olivetti 42 (quella che usava Montanelli) rispose alla mia azienda.
Mi disse che al di là del merito avevano commesso un madornale vizio di procedura perché non potevano sospendermi senza attendere le mie giustificazioni scritte e che quindi il provvedimento era nullo e che i tre giorni di sospensione sarebbero stati annullati e commutati in 3 giorni di premesso retribuito dall’azienda; mi iscrissi al sindacato e fui nominato immediatamente dalla Segreteria Rappresentante Sindacale Aziendale della UIL.
Partii immediatamente per Pietraligure, visto che avevo un week-end più lungo peraltro pagato dall’azienda e appena giunto in città presi una cartolina illustrata e la mandai al titolare della Fim.Co.me con la scritta “vi penso sempre e vi porgo cordiali saluti“.
Il lunedì al rientro in azienda indissi per il giorno dopo un assemblea con tutto il personale con la presenza di funzionari UIL al termine della quale presentai una piattaforma rivendicativa per il contratto Aziendale.
Nel giro di pochi mesi feci ottenere ai colleghi il 100% della malattia, un programma ferie gestito dai lavoratori, la mensa e feci una vertenza sindacale terminata poi in Tribunale per il riconoscimento di arretrati sugli scatti di anzianità.
Chi più chi meno prese un buon risarcimento, io più di tutti perché ero il più giovane e da loro inquadrato erroneamente come aiuto disegnatore visto che invece facevo il lavoro identico ai colleghi presi circa 1.800.000 £.
Il mio incarico di RSA e membro del Comitato Direttivo di zona mi dava diritto a 130 ore di permessi all’anno (quasi un mese), da quel momento prendevo sempre 4 ore di permesso al venerdì pomeriggio e 4 ore al lunedì mattina e via a Pietraligure.
Il mio titolare dopo un po’ di “week-end lunghi“ chiamo il Sindacato per sapere se questa mio potere discrezionale era corretto; gli risposero di non permettersi mai più di chiedere informazioni sul mio operato perché era vietato dallo Statuto dei Diritti dei lavoratori.
Da quel momento a parte i soliti week-end lunghi iniziai una Crociata contro l’azienda, in tre anni gli feci una prima denuncia alla ASL e li costrinsi a imbiancare tutti i locali dell’azienda, poi gli feci sostituire tutte le tazze dei water che erano crettate, su imposizione dei NAS dei Carabinieri, poi scoprii che a noi disegnatori che sviluppavamo le copie dei disegni con la macchina eliografia che andava ad ammoniaca, che come ai metalmeccanici che erano a contatto con materie nocive ci spettava un litro di latte al giorno.
I miei colleghi se lo portavano a casa, mentre io li accatastavo come la torre di Babele in bagno facendoli diventare panna acida.
Decisi quindi (previsto dalle nuove Leggi) di abbandonare il latte e di far mettere nell’ufficio copie un potente aspiratore.
L’azienda ottemperò immediatamente, però da quel momento nonostante continue assemblee rinnovi contrattuali ecc.ecc., ,mi resi conto che me le davano sempre vinte tutte e che non mi divertivo più.
La classica goccia che trabocca fu una conversazione tra il Titolare e il Capo del Personale chiaramente con oggetto "me".
Capitò che andai fuori ufficio per una commissione teoricamente per una mezz’oretta, ma mi fermai al bar a giocare a Space Invaders, un giochino di moda in quegli anni e rientrai a mezzogiorno.
Il capo del Personale era infuriato ed evitandomi andò a raccontare l’accaduto al Titolare, noi ascoltavamo nella stanza accanto con i bicchieri sul muro.
Il Titolare disse al Capo del personale “ingegnere, Roberto è la nostra croce non me lo faccia incazzare ancora altrimenti ci rovina, le faccia fare quello che vuole anche se non viene in ufficio non mi interessa,gli pagheremo lo stesso lo stipendio”
Allora capii che dovevo scegliere un'altra strada e l’occasione si presentò qualche giorno dopo quando Cesare Responsabile dell’ufficio vertenze UIL mi chiamò chiedendomi se volevo prendere il suo posto visto che lui si dimetteva.
Feci un colloquio con Giovanni il Segretario Generale che mi distaccò momentaneamente per due mesi dall’azienda,dopo i quali se rispondevo alle loro aspettative mi avrebbe distaccato a tempo indeterminato, ma trascorsi soli 15 giorni mi disse che ero perfetto e mi fece la lettera di distacco permanente, che dura ormai da 32 anni.
Andai ancora nella mia azienda da uomo libero per tenere io come funzionario le assemblee con i colleghi che erano entusiasti della mia carriera Sindacale e mi incontrai spesso anche in Unione Commercianti con il mio titolare.
In una occasione a quattrìocchi mi disse che ero l’unico dipendente dei suoi 200, stabilimento produttivo compreso, che stimava e che aveva apprezzato sempre il mio modo d’operare fatto con competenza e coraggio a differenza di tutti gli altri, Capo del personale compreso, che secondo lui non avevano gli attributi …(ma questo è un eufemismo).
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